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Cast
  • Carl Brisson
  • Lillian Hall-Davis
  • Gordon Harker
  • Forrester Harvey
  • Ian Hunter
Produzione
  • British International Pictures (BIP)

The Ring (Vinci per me) (1927)

Regia

Alfred Hitchcock

Trama

“Vinci per me del 1927” è uno dei pochi film della fase “muto” di cui Hitchcock andasse orgoglioso ed è strano perché non è un film di suspence, non vi sono omicidi o quant’altro e la storia è piuttosto “normale”, tra l’altro scritta da Hitchock lui meme.

Trattasi di dramma sportivo ambientato tra le corde del “Ring” (titolo originale del film), quindi nel mondo del pugilato.

In realtà si inizia da una giostra di fiera tra imbonitori e venditori di dolciumi, ci proiettiamo tra una folla in cui viene presentato “One round Jack”, il pugile da sfidare che, come dice il soprannome, non permette a nessuno di superare il primo round in piedi.

Signore e signori chi vuole sfidarlo? Ricchi premi a chi riesce a non andare al tappeto al primo scontro!

Tra la folla un giovane aitane, Bob Corby (interpretato da Ian Hunter, attore riconoscibile perchè assai somigliante a George Sanders e già presente nel precedente Hitch) è tentato dalla sfida soprattutto perché invogliato dallo sguardo della bella Nelly/Lilian Hall Davies, cassiera mastica-chewingum (abbiamo già notato in precedenza una predilezione da parte di A.H. nel caratterizzare così le ragazze moderne e disinibite, sarà stata solo una delle tante manie di zio Alfred o vi saranno state dietro industrie interessate al lancio della dolce gomma come sarà poi qualche anno dopo per le sigarette?) promessa sposa di Jack/Carl Brisson.

L’incontro diventa così una lotta per il denaro ma anche per la vita e per l’amore (Jack rischia di perdere lavoro e donna), una sfida per per la felicità sentimentale, soggetto principale di tutto il film, che sfocerà nello scontro clou del finale.

Si da il caso infatti che Corby abbia un tantino imbrogliato nascondendo di essere pugile di fama mondiale e per scusarsi con Jack (ma anche per mostrare ai due chi conduce il gioco, in tutti i sensi) lo avvia anch’esso ad una carriera sui ring, al di fuori delle fiere di paese.

Carriera travolgente e, va da sé, sfida per il titolo e per Nelly alla fine del film.

Tutto sommato un dramma tra gelosia, amore e agonismo senza grossi picchi di originalità se non fosse che AH ci mostra tutti i trucchi di cui è capace rendendo l’operina qualcosa di notevole.

Ad esempio ci fa vedere quanto sia capace di raccontare per immagini (probabilmente in questo insuperato tuttora) quando ci presenta la situazione del “triangolo” iniziale praticamente senza didascalie: bastano gli sguardi, le inquadrature, il montaggio.

Poi impregna di suspence l’incontro iniziale riprendendolo, senza farci vedere nulla, da dietro le teste del pubblico, noi vediamo solo l’arbitro che alza il braccio e solo dopo a chi appartiene quest’ultimo.

Inoltre ancora una volta ci evidenzia come sia sempre al passo con il cinema migliore del periodo, se nei film precedenti era l’espressionismo tedesco a cui volgeva uno sguardo, ora è il simbolismo degli avanguardisti e dei surrealisti che troviamo in quel braccialetto a forma di serpente che Bob regala a Nelly (e che diventerà vanto, ingombro e simbolo di infedeltà ma anche modo per dichiarare la volontà di matrimonio da parte di Jack) e pure in quegli incubi ad occhi aperti, delirio scatenato dalla gelosia, che distaccano dalla realtà lo stesso Jack.

Queste scene di abbaglio mentale sfociano nell’avanguardia pura quando corde e luci si trasformano in strisce, linee e forme geometriche.

Ma per la prima volta, AH, si lascia anche andare ad immagini poetiche con giochi di specchi e acqua ed a primi piani memori dell’epico cinema russo coevo.

Insomma al maestro manca solo di trovare la sua vena narrativa giusta, quella che per anni ci delizierà negli anni a venire, dove ironia e cattiveria, suspence e emozione si accompagnano alla capacità affabulatoria e visionaria del nostro.

Product placement che omaggia ancora una volta il POST OFFICE TELEGRAPH, poi si festeggiano le vittorie con MOET CHANDON e un cartello PAGET’S viene sollevato tra una ripresa e l’altra. Non vi saprei dire se e a che brand possa riferirsi.

 

Trama a cura della redazione di

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