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Cast
- Valeria Golino
- Toni Servillo
Produzione
-
Propaganda Films
-
Jean Vigo Italia
5 e il numero perfetto (2019)
Regia
Igor Tuveri
Trama
Igor Tuveri in arte Igort è un artista poliedrico, principalmente fumettista, protagonista della scena Bolognese degli anni ’70, quella dei Pazienza e degli Scozzari, di Frigidaire e Linus, poi affermatosi anche in Francia (collaborando anche con la mitica Metal Hurlant); è poi diventato viaggiatore (innamorato dell’Asia ha editato vari diari di viaggio a fumetti), romanziere, sceneggiatore, musicista, curatore di linee editoriali sempre per i libri di comics. Ora si cimenta anche dietro la macchina da presa portando sullo schermo la sua graphic novel di noir napoletano “5 è il numero perfetto”.
Il film, diviso in 5 capitoli come era divisa l’opera a fumetti in 5 fascicoletti riportando per ognuno gli stessi titoli, è operazione assolutamente post-moderna, ambientata negli anni ’70 in una Napoli inattesa, notturna, piovosa e nebbiosa. La trama è presto detta, un vecchio mafioso apprende dell’uccisione del proprio figlio da parte di uno “spione, un mago del cazzo” e scatena una guerra tra mafiosi prendendo in ostaggio il nipote del capo di un clan rivale per scambiarlo con il mago assassino del figlio. Apprenderà che il tutto non è così lineare come credeva ma vi è una trama sotterranea che non si aspettava.
L’operazione non è certo interessante per la linea narrativa ma per la sperimentazione intelligente di giocare con le regole del noir e con la napoletanità (o’ caffè, a peperonata…) per avvicinare i linguaggi cinematografico e quello della pagina disegnata. Contrariamente a quello che capita di solito (i fumetti che utilizzano il linguaggio cinematografico, quante volte si è sentita questa frase…) Igort tenta, e in parte ci riesce, di far cinema con un linguaggio fumettistico. L’operazione è simile a quelle dei Sin City di Miller e al Dick Tracy di Warren Beatty, più a quest’ultimo perché le atmosfere iperrealistiche (magnifica la fotografia “pesante” e densa di Nikolaj Bruel , lo stesso di Dogman) cercano di drammatizzare le atmosfere del noir saturando i colori e rendendo tutto meravigliosamente plumbeo. Mentre le operazioni dei due Sin City e ancor più quella di 300 cercavano di riprodurre sullo schermo con più o meno precisione quello che era stato disegnato nelle graphic novel dall’autore di entrambe le versioni, Igort se ne distanzia (il fumetto è in tre colori, bianco e nero e ombreggiature azzurre e i disegni sono spesso abbozzi caricaturali a china e insiemi di ombre sfumate nell’acquerello mentre il film presenta personaggi ben definiti e in cui il colore esce dall’ombra con cupezza e bellezza, e scenografie molto fisiche nella loro decrepitezza mentre nel fumetto tutto è molto sfumato e indefinito). Igort sceglie di far cinema vero facendo in modo che il fumetto rientri nel discorso con la caratterizzazione dei personaggi (voice over come didascalie, nasi finti come quello alla Dick Tracy di Servillo, sparatorie stilizzate, azioni grottesche) e con inserti di linguaggio fumettistico come i quadretti di immagine in cui viene a volte disgregato lo schermo che sembrano proprio quadretti di strisce a fumetti.
Quello che si perde rispetto al fumetto è la profondità dei personaggi che sulla pagina acquisiscono una loro psicologia grazie alla sospensione naturale di cui il lettore può decidere la durata tra una vignetta e l’altra che invece con la velocità del cinema non c’è e tutto sembra molto artefatto e innaturale. Ma questo probabilmente è un problema “naturale” se si cerca la commistione dei due linguaggi e non si seguono le regole del linguaggio utilizzato.
Utilizzo di vari cartelloni e confezioni d’epoca per il product placement (Ava… come lava, digestivo Antonetto, Pelati Cirio) che è dominato dall’enorme insegna del Campari che fa da scenografia ad una delle più importanti scene del film. Abbiamo pure Corriere della Sera, Alitalia e la Bianchina dell’Autobianchi. Anche nella graphic novel Igort si era divertito ad inserire cartellonistica pubblicitaria con Agip e Brodo Star, ad esempio, difficile capire chi ha finanziato cosa…
Trama a cura della redazione di
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