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Cast
  • Jeanne Helbling
  • Suzy Pierson
Produzione
  • Films Jean Epstein

La glace a trois faces (1927)

Regia

Jean Epstein

Trama

Tre capitoli. Tre donne innamorate dello stesso uomo. Tre visioni differenti dell’amato, tre mondi in cui si svolgono i rapporti, tre modi di intendere la vita e il cinema.

Pearl è donna mondana e snob e lui di conseguenza altero, piacente e inafferrabile. L’ambiente è quello della ricchezza che costringe a rigidi canoni da rispettare. Club eleganti pieni di servitori e di gente imbalsamata. Luccichii senz’anima.

Athalia fa parte della borghesia “artistica” e lui è un ben più malleabile personaggio con la doppiezza tipica dell’ambiente. Le feste si fanno bizzarre e volgari, piene di caos e spregiudicatezza.

Lucie invece è ragazza del popolo che lui tratta da “superiore” perché è lei a doverlo adorare. Le feste paesane sono semplici piene di birra e vivacità.

Poi lui le lascia, se ne va con l’unico suo amore, l’automobile con cui può correre veloce quasi volare… Ma proprio un volatile, una rondine simbolo di libertà e viaggio, lo colpirà in fronte fermandolo e consegnandolo alla morte. Riportandolo alla terra da cui si voleva allontanare.

Epstein con questo medio metraggio raggiunge il top del suo discorso artistico. Le sperimentazioni del passato si completano con ardui nuovi passaggi anticipatori del cinema che verrà. Resnais, Godard, Cocteau dovranno fare i conti con il suo cinema d’avanguardia. Montaggi arditi, sovraimpressioni pittoriche, sequenze di difficile interpretazione (sperimentalismo puro di luce e ombre), il futurismo, il piacere dell’immagine a 360 gradi.

“Il racconto è qui estremamente sintetizzato in una struttura narrativa a scatole cinesi, che alcuni studiosi non hanno esitato a considerare come anticipatrice del cinema moderno(…)Il film celebra questo movimento vitale attraverso l’impiego di inquadrature quasi mai statiche (non fa eccezione per la morte) sottolineando non solo il “panteismo” cinematografico di cui parla nei suoi scritti (Epstein ndr), ma anche, in modo più pregnante rispetto ai film precedenti, l’idea del cinema del pensiero.” (Laura Vichi “Jean Epstein” il castoro cinema).

“La glace à trois faces mostrava un regista in pieno possesso della propria arte, riuscendo a dare al suo film il quadro formale esattamente adattato al soggetto. Usando da virtuoso il suo vocabolario cinematografico favorito (primo piano e sovrimpressione in particolare), costruisce il suo lavoro utilizzando un montaggio sofisticato, nel quale il campo/controcampo non ha alcun posto. Al contrario, Epstein moltiplica, nella stessa scena, i punti di vista, li alterna, li sovrappone.” (dal bellissimo libretto che accompagna il cofanetto Jean Epstein della Agnés B/Cinematèque Française).

Inutile dire che la protagonista del product placement del film è la BUGATTI adorata dal protagonista più delle sue donne, inoltre lungo la strada su cui scatena la folle corsa intravvediamo chiaramente una pubblicità del CINZANO.


Trama a cura della redazione di

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