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Victim of love (2019)
Regia
Jesper Isaksen
Trama
Non c’era bisogno di leggere su Imdb quali fossero le influenze del regista danese Jesper Isaksen, semmai è servito per avere una conferma. Sicuramente i due conterranei NWR e Lars Von Trier sono le sue ispirazioni maggiori. Registi stilosi, bizzarri, alla ricerca dell’atmosfera ad ogni costo e terribilmente attratti dalla parte oscura dell’uomo dove violenza e sangue, siano fisichi o metaforici, la fanno da padrone.
In verità a noi l’esordio di Isaksen nel lungometraggio, Victim of love, visto nell’edizione online del Be Afraid Horror Festival, ricorda il cinema di Joe Begos per concezione e iconografia. Il monocromatismo rosso, la quasi totale assenza della luce naturale, la musica martellante, il sangue, la ruvidità degli atti…
Stiamo parlando, Isaksen e Begos, di due autori ancora alla ricerca di se stessi. Per ora il loro stile ricercato e affascinante è del tutto derivativo e il livello dei due Grandi Danesi contemporanei è ben lontano dall’essere raggiunto ma, insomma, da qualche parte bisogna iniziare e non è detto che la crescita poi non arrivi.
Per ora accontentiamoci di questo film che racconta la vicenda dell’americano di madre danese Charly che arriva all’Hotel Majestic a Copenhagen alla ricerca della sua donna scomparsa dopo una vacanza qui, nella sua, di Charly, terra d’origine. Inizierà, più che una vera e propria ricerca, una discesa agli inferi personali tra alcol, droga e frequentazione di club equivoci e bordelli. Incontrerà una concierge mezza punk e una prostituta “confidente” con le quali cercherà di uscire dalla sua deteriorata situazione psicologica. E’ un girare in tondo tra incubi e orrori reali.
Un film che si spinge verso il sordido con una cura dell’immagine notevole, spirito rock e, purtroppo, qualche faciloneria che si poteva evitare. Comunque visti i corti pluripremiati e comunque la buona visionarietà di questo lungo, Isaksen è da tenere d’occhio.
Charly si diletta di fotografia e lo fa con l’utilizzo di una Canon, unico product placement anche se nel film vi è una spiritosa citazione dell’omino Michelin e il protagonista indossa scarpe Adidas.
Trama a cura della redazione di
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