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Cast
  • Rada Rassimov
  • Enrico Maria Salerno
Produzione
  • Filmes Cinematografica

A cuore freddo (1971)

Regia

Riccardo Ghione

Trama

Ci sono film nella storia del cinema popolare italiano che sono quasi totalmente dimenticati. Per assurdo si ricordano di più le commediacce o gli horror e i western peggio girati, molti dei quali adeguatamente (e a volte eccessivamente) rivalutati che non film pregevoli come questo A cuore freddo del dimenticatissimo Riccardo Ghione, forse perchè facendo parte di una stagione politica ormai quasi per definizione "fuori moda" ha quel po' di passatismo che è il problema di molti film del periodo post-sessantottino (quelli di grandi autori come Godard compresi...).

In realtà in questo caso Ghione riuscì a rendere godibile il film proprio perchè l'analisi di un periodo venne fatta tramite il cinema di genere e con un approccio caustico e senza sconti, con quel tanto di immaginario pop da renderlo interessante anche figurativamente. Lo spiega bene in poche parole Marco Giusti nel suo Stracult, dizionario dei film italiani: "I frutti del '68 alla Ghione, cioè con una miscela di sesso e sadorealismo".

Rada Rassimov, splendida, è una fricchettona che vive in strada in una specie di comune che ripudia la morale borghese e le regole del capitalismo. Un giorno scappando dalla polizia incappa in un ricco uomo d'affari (Enrico Maria Salerno perfettamente in parte), investitore di borsa, che se ne invaghisce nonostante le evidenti differenze culturali e sociali e se la sposa. Dopo anni di convivenza la nostra scopre il fascino della vita bohemienne, rappresentato da un pittore anticonformista e comincia a tradire il marito scopertamente con quest'ultimo. Il rapporto continua nonostante tutto perchè la donna pur affascinata dalla libertà hippy e dal fascino artistico fa fatica a rinunciare ai soldi e alla bella vita permessa dal "capitalismo".

Quando i vecchi amici post-sessantottini si ripresentano nella sua vita, esplodono dinamiche che porteranno alla violenza e ad un finale in cui Rada dimostrerà un cinismo immorale, sfruttando anche la morte per i propri interessi e Ghione ci regala una bellissima conclusione con un tocco bunueliano quando la nostra si impadronisce della villa ormai di sua proprietà e appoggiando il volto ad un vetro del simbolo della borghesia questo si deforma. Il denaro che compra e deforma l'anima.

Molinari e J&B ci ricordano in che periodo di piazzamenti "occulti (!?)" ci troviamo, mentre un'importante scena si svolge in un distributore BP dove anche la Coca Cola si mostra in bella evidenza come product placement.

 

Trama a cura della redazione di

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