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Cast
  • Kenny Bee
  • Feng-Jiao Lin
Produzione
  • Ta Chung Motion Picture Co

Xiao cheng gu shi (The story of a small town) (1979)

Regia

Hsing Lee

Trama

Al Visionario durante il Far East Film Festival 2025 si possono rivedere alcuni classici restaurati. Uno di questi è The story of a small town (1979), film girato verso la fine del periodo chiamato del “sano realismo” in cui il cinema dell’isola guardava al neorealismo italiano rappresentando personaggi umili alla ricerca di una sana vita rispettosa dei valori tradizionali. L’eroe del film in questione, Wen-hsiung, ne è ottimo esempio. Scontati due anni di carcere per aver difeso la sorella dal marito ubriaco e violento rompendo le gambe a quest’ultimo in un eccesso di rabbia, il nostro cerca di rifarsi una vita diventando l’apprendista di uno scultore di oggetti di legno votivi. Wen-hsiung preferisce decentrarsi in un piccolo villaggio a svolgere un lavoro artigianale e di pregio artistico ad altre soluzioni come emigrare nella ricca capitale o intraprendere gli studi per una carriera professionale più remunerativa. Così, coerentemente, preferisce sposare la figlia bella ma muta dell’anziano scultore e rinunciare alla corte di una ricca ragazza che da sempre vorrebbe avere una vita con lui nonostante la cosa sia osteggiata dai genitori altolocati. Ma il percorso verso questa felicità in apparenza semplice è pieno di ostacoli: un prepotente del luogo lo accusa ingiustamente perché geloso di lui, un ex-compagno di prigione arriva al villaggio e cerca di violentare la ragazza muta, anche il vecchio scultore mentore lo accusa ingiustamente di furto e di avere due donne e quindi di essere inaffidabile. Ma la sua forza morale e la capacità di superare il suo stesso carattere violento, lo porteranno sulla strada giusta. Il film ha tra le frecce del suo arco una bella rappresentazione dell’ambiente del villaggio e della sua comunità e anche del piccolo laboratorio a conduzione famigliare; è però, quello del regista Lee Hsing (uno dei più famosi e apprezzati di quegli anni) un modo di fare cinema che risente del peso degli anni con quel suo procedere ad episodi come tappe di una via Crucis verso la redenzione che appaiono predefinite, programmate e non fluide. (Voto 6) Nel film si intravvedono marche di birra e altri prodotti ma le cui marche sono in ideogrammi e quindi rendono il product placement non identificabile per gli occidentali.

Stefano Barbacini
 

Trama a cura della redazione di

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