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Cast
  • James Mason
  • Maximilian Schell
  • Simon Signoret
Produzione
  • Columbia

The Deadly Affair (Chiamata per il morto) (1967)

Regia

Sidney Lumet

Trama

In Chiamata per il morto (1967) Sidney Lumet non è particolarmente interessato alla trama giallo-spionistica, con tutti di doppigiochi e i misteri al punto giusto come vuole Le Carré (da cui il film è tratto), ma principalmente al rapporto tra il protagonista, Charles Dobbs (James Mason) e la moglie ninfomane e pluri-adultera Ann (Harriet Andersson). Quella è la parte più curata e che crea le sensazioni più forti per lo spettatore con la giusta dose di oscure pulsioni sessuali, depravazione “controllata”, gioco dei sentimenti. Non per nulla probabilmente Lumet ha chiamato la Andersson a dare tocco bergmaniano al tutto (la Andersson era una grandissima attrice sia detto senza remore). Anche il focus visivo è tutto incentrato sui primi piani che sono sparati in fronte al pubblico, quasi esagerati (ancora Bergman?). Il resto, la suspense creata con l’indagine di Dobbs (probabilmente Lumet ha cambiato a bella posta il nome del protagonista che nel romanzo è Smiley per distanziarsi da quello) insieme al poliziotto in pensione Mendel (con la faccia da bruto di Harry Andrews) sul presunto suicidio dell’agente dello spionaggio Samuel Fennan, che pare essere un omicidio e che coinvolge il controspionaggio di cui fa parte Dobbs e doppiogiochisti al soldo dei russi, è condotto professionalmente, in maniera suggestiva ma piatta, come la fotografia del film, bella, volutamente “sporca”, ma monocorde. Come comprimari la grande Simone Signoret con il suo ambiguo e triste aplomb, il solitamente viscido e unto Roy Kinnear e un Maximilian Schell invece un po’ fuori parte. In generale i critici che hanno adorato il romanzo di Le Carré, hanno odiato la scelta di Lumet di accentrare il rapporto famigliare Mason/Andersson: il solito problema di non voler valutare il film in modo a sé stante senza collegarlo al romanzo. I critici di lingua inglese Maltin (“spionistico di primordine”) e Hallywell (“Thriller compulsivo diretto in modo pesante dell’era degli amari film di spionaggio, deliberatamente triste, fotografato contro i più squallidi scenari londinesi con colori fangosi. Solido intrattenimento per adulti sofisticati”) mi sembra lo abbiano giudicato più come opera indipendente dal testo di Le Carré. (voto 6+) Importante per la trama la presenza delle macchine da scrivere Olivetti, ma il product placement è abbondante anche per altre marche: Kellogg’s, Dodge, Mercedes Benz, Bell’s Whisky, Red Barrel, Persil, Swissair e Daily Telegraph.

Trama a cura della redazione di

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