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Dong fu ren (The Arc) (1968)
Regia
Shu Shuen Tong
Trama
Da Hong Kong il film al momento più bello che abbia visto nella XXXIX edizione del festival Il Cinema Ritrovato di Bologna. Un capolavoro della regista indipendente Shu Shuen Tang, non certo una delle più note dell’isola all’estero. The Arch (1968) narra le vicende, ambientate nel XVII secolo, di una vedova che nel suo paese è un’istituzione, donna rispettata da tutti e insegnante per i bambini del villaggio. Un giorno in casa della donna, che vive con la vecchia madre, una figlia adolescente e un bracciante, arriva un ufficiale che chiede ospitalità nei locali della scuola. Nei giorni che il nostro parteciperà alla vita famigliare farà innamorare la protagonista Madame Tung (Lisa Lu di una bellezza e un’intensità rare) apparentemente ricambiata; ma di lui si innamorerà anche la figlia. Per non disonorare la ragazza allora la donna si metterà da parte e farà sposare l’ufficiale con la figlia e i due, proprio per il pericoloso rapporto tra lui e Madame, andranno ad abitare via. Morta la madre e allontanatosi anche il bracciante, Madame Tung si ritroverà sola e infelice e l’Arco che il re le ha fatto costruire all’entrata del paese in suo onore suona di beffa, celebrazione mortuaria di una donna ancora in vita (ma quale vita?). Il film gioca tutto sui sentimenti trattenuti, sul non detto e il non agito che però verrà lasciato capire da piccoli dettagli, una poesia, due mani che si incrociano, sguardi scambiati, un trucco per apparire più bella. Ma tutto questo “sottotraccia” per non andare contro le convenzioni sociali e l’altruismo autodistruttivo di una madre, porteranno alla sua infelicità di aver perso l’ultima speranza di tornare a vivere dopo la morte del marito. Lunghe sequenze composte da lenti zoomate, alcuni frame bloccati in momenti particolarmente significativi vissuti dalla donna, alcune ingegnose sovraimpressioni e un finale con un montaggio frenetico per mostrare la follia che esplode nella testa della donna, fanno di questo film un esercizio stilistico pienamente riuscito. Un’opera da riscoprire e proiettare il più possibile. (Voto 7/8)
Trama a cura della redazione di
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