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Nadare (Avalanche) (1937)
Regia
Mikio Naruse
Trama
Oggi due Naruse al prezzo di uno al cinema Jolly di Bologna, dove la rassegna dedicata dal Festival Il Cinema Ritrovato ai film del regista giapponese ha principalmente luogo. Due film di un’oretta scarsa che portano avanti brillantemente la ricerca del regista sui rapporti tra donne e sociale, matrimoni combinati e matrimoni d’amore, modernità e tradizione di questo periodo, come abbiamo già visto. Il primo dei due film è Nadare del 1937 in cui vediamo il personaggio principale come la versione più cattiva e immorale del marito di Hiroko in Nyonin Aishu visto nei giorni precedenti. Anche qui un matrimonio combinato tra un giovane della borghesia e una donna di una dolcezza e comprensione infiniti. Ma questa volta lo vediamo dalla parte del marito che in realtà ha sempre amato un’altra donna e gli è stato impedito di sposarla per le solite convenzioni sociali. La decisione che il nostro prenderà (e che ci manifesta tramite pensieri esplicitati usando un espediente insolito, in pratica lo schermo si oscura leggermente e si sente la voce del protagonista che ci dice quel che ha in mente) sarà drastica: visto che non può ribellarsi al padre fermo alle tradizioni secolari perché perderebbe i soldi di famiglia (quindi ribellione sì… ma se assistita dal capitale…) decide di inscenare un omicidio-suicidio dove la moglie (talmente buona e sottomessa al marito che accetterebbe di morire con lui) verrebbe trovata morta e lui salvo per… un pelo. Rinuncerà ai propositi davanti alla sensibilità e al pianto della moglie. “Il film si distingue per l’eleganza formale: Tetsuya Hirano elogia giustamente il dinamismo delle scene girate nei dintorni del Castello di Nagoya, le immagini della luce solare che filtra tra gli alberi e le panoramiche del protagonista che cammina sotto la pioggia” si legge dal catalogo del festival. (voto 6,5)
Trama a cura della redazione di
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