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Enys men (2022)
Regia
Mark Jenkins
Trama
Altro film “sospeso” in un’atmosfera rarefatta, lenta, silenziosa, nella natura di bellezza ruvida, è il curioso e sperimentale Enys men (2022) di Mark Jenkin. Un’isoletta al largo della Cornovaglia (in realtà il film è girato nei dintorni della dimora di Mark Jenkin e della compagna Mary Woodvine, protagonista del film di cui Jenkin è regista, sceneggiatore, direttore della fotografia, montatore e compositore! Un film decisamente “fatto in casa”) vive ormai da un periodo piuttosto lungo, nei primi mesi del 1973, una volontaria che deve monitorare l’evoluzione di alcuni fiori rari che si trovano sul crinale delle rocciose coste inglesi. Qui, nel suo peregrinare solitario (l’unico suo aggancio con il mondo esterno è un vecchio impianto radio della Dansette, mitica marca vintage inglese con cui negli anni ’60 si ascoltavano i Beatles e le altre star della musica inglese) comincia ad interagire con presenze fantasmatiche. Incontra le presenze di pescatori naufragi, di minatori ottocenteschi, di una ragazza suicida, di donne con costumi tradizionali sempre del XIX secolo. Quali siano ricordi e quali fantasmi proiettati dall’isola non è dato sapere (e non interessa particolarmente). Chiaro riferimento per Jenkin è il folk horror inglese e il cinema in pellicola, quello più aspro e sgranato del 16 mm. “(Il folk horror ndr) è un sottogenere internazionale, ma per me, è tipicamente britannico. Molti cineasti del Regno Unito anno cercato di ritrovare e di reinventare il folklore della vecchia Inghilterra pastorale, grattando sotto la superficie delle cose.” (*) Ma Enys men è anche un film sul tempo, sul ricordo, sia questo vissuto o storicamente immaginato. “E’ la mia grande ossessione. La nozione di tempo è una costruzione umana, che ci causa tanti problemi. Noi possiamo essere tormentati dal passato, dai rimpianti, o essere ansiosi verso il futuro. Fortunatamente, il cinema è stato inventato per rappresentare il tempo sullo schermo, e dargli un senso (…) lavoriamo su frammenti di ricordi, che è il modo in cui in cui il cinema funziona” (*) (voto 6+) A parte l’apparizione vintage della Dansette, potrebbero essere product placement il Seven Maids Milk o il lattone della Esso.
(*) Intervista a Mark Jenkin raccolta da Gilles Esposito per Mad Movies (trad. mia).
Trama a cura della redazione di
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