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Cast
  • Sting (Gordon Matthew Thomas Sumner)
  • Blanche Gardin
  • Pierre Niney
Produzione
  • Canal +

Le Livre des solutions (Il libro delle soluzioni) (2024)

Regia

Michel Gondry

Trama

Guardando la filmografia di Michel Gondry si rischia di perdercisi dentro. Tra video, corti, pubblicità, film visionari e film sbagliati, il regista è sempre in iperattività e questa schizofrenia artistica probabilmente fa parte del suo bagaglio personale. Gondry probabilmente è come i suoi film, sempre in overload e a rischio di blocco del sistema. Lo stesso Gondry crea un alter ego per farci vedere questo Michel uomo e regista. Si ferma un attimo e crea il suo 8 ½ che è stato presentato alla Quinzaine di Cannes nel 2023, Il libro delle soluzioni. In scena abbiamo un regista di nome Marc (Pierre Niney) a cui stanno comunicando che il film che ha appena girato (e che il suo amico produttore disconosce) è un totale fallimento e che i finanziatori hanno buttato via 5 milioni. Marc allora attua il “piano B”, parte con montatrice e segretaria di produzione in campagna dalla zia Denise (Francoise Lebrun, la nouvelle vague che dà rifugio alla modernità quando gira su se stessa) per finire il film come vuole lui contro tutti. Qui smette di prendere le sue pillole che lo tengono tranquillo e va in fibrillazione. Diventa scontroso, intrattabile ma anche pieno di idee e non riesce a star fermo. Costruisce sedie, macchinari, acquista un rudere per farne il suo studio, riesce a convincere Sting a creare un pezzo per la colonna sonora, si inventa un cartone animato, un documentario su una formica, comincia a scrivere un libro dove pontifica su soluzioni cinematografiche ed esistenziali, si innamora di una donna con una “cicatrice esteriore”. Nevrotico e creativo finirà per avere successo ma letteralmente sprofonderà nella sedia del cinema. Il film è frammentario ma divertentissimo, invecchiando Gondry pare aver acquisito autoironia e a fregarsene della perfezione. Si mette a nudo come lo fa da sempre Woody Allen ma con spirito indie. Surreale e bizzarro, egocentrico e irrisoluto. Un “filmetto” con tante idee spudorate dentro, d’altronde è proprio lui che ha detto “Ogni grande idea è sul limite dell’essere stupida”. (voto 6/7). Nel film vediamo spesso uno Sharpie all’opera tra le mani di Marc, i computer sono due, un Mac e un Acer, così come le auto, una Renault e una Peugeot. Vi è anche un I-Phone. Penso però che l’unico vero product placement sia la società di noleggio auto Enterprise.

Stefano Barbacini

Trama a cura della redazione di

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