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Cast
- Woody Allen
- John Beck
- Mary Gregory
- Diane Keaton
- Don Keefer
Produzione
-
Jack Rollins & Charles H. Joffe Productions
Sleeper (Il dormiglione) (1973)
Regia
Woody Allen
Trama
Tra i primi film di Woody Allen, quelli macchiettistici e improntati principalmente sulle sue battute, quei film di un comico ancora acerbo come regista e ancora alla ricerca di una strada che poi troverà diventando uno degli autori più conosciuti al mondo, Il dormiglione (1973) non è a mio parere il più brillante. Non è divertente quanto scomposto come Prendi i soldi e scappa e Il dittatore dello stato di Bananas, anche se meglio del film a “episodi” Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso… dove colpi di genio erano alternati a banalità da barzelletta. Il dormiglione è un film che guarda alla fantascienza (dopo arriverà la Storia con Amore e guerra) tra parodia e omaggio, per portare nel genere il suo umorismo con i suoi temi (l’amore o meglio il sesso, la politica, lo spaesamento dell’uomo “comune”). Uomo degli anni settanta (è stato ibernato dopo essere andato in ospedale) il protagonista si ritrova ad essere riportato alla vita duecento anni dopo in una società da “Grande Fratello” con un dittatore e un gruppo ribelle che vuole combatterlo. Lui si ritrova a cercare di scappare da chi vorrebbe condizionarne il cervello, prima mimetizzandosi come robot seminando panico nella società (è la parte comica “classica” quella delle comiche del muto e di Jerry Lewis) per poi incontrare una Diane Keaton, ricalcata sulle ricche snob che si credono artiste e non vogliono sapere nulla dei problemi politici, e con lei ritrovarsi in fuga dalla polizia del potere. Dopo varie traverse la donna abbraccerà la causa rivoluzionaria e lui verrà catturato ma poi liberato dai ribelli per sconfiggere il dittatore. Per farlo dovranno recuperarne il naso, unica parte del corpo rimasto dell’uomo dopo un incidente, prima che con le cellule prese da quello venga clonato in un nuovo dittatore uguale al precedente. Quindi i topoi fantascientifici sono ben conosciuti da Allen ma le gag non sono tutte all’altezza. Alcune invenzioni sono però memorabili come l’Orgasmatic modulo tecnologico in cui ci si rinchiude per far sesso perché tutti sono diventati frigidi o impotenti “tranne gli italiani, sarà qualcosa che c’è negli spaghetti…” oppure la palla che sfregata fa effetto droga o, infine, i suoi commenti sui “reperti degli anni Settanta” richiestigli in un interrogatorio (tra cui una foto di Nixon). “Woody vira verso lo slapstick in questo sciocco ma coinvolgente racconto (…) Tipica combinazione di Allen di grandi battute e sciocchezze con un maggior numero di gag visive del solito” (Leonard Maltin nel suo dizionario con addirittura 3 asterischi e mezzo su 4). Anche a Kezich piacque “Nessun appassionato del cinema comico vorrà perdere questo straordinario exploit di Allen, un professore d’impertinenza che aggiorna all’era dei Peanuts le classiche lezioni di Chaplin e di Groucho Marx” (Il Millefilm). Più flebili i commenti postumi al film di Mereghetti “Una storia costruita sul modello dei vecchi film comici muti, con un protagonista un po’ a disagio.” e di Morandini “4° film di Woody Allen regista, è il più politico, ma anche il meno armonico: squilibrato nella trama, raccontata a parole più che in immagini; diseguale nei dialoghi e nelle gag comiche.” (entrambi danno ** e mezzo), ciò potrebbe dimostrare come l’impatto positivo dei primi film di Allen dovuto alla loro sgangherata originalità, non regga più di tanto al tempo. (Voto 6) Futuristico ma non per quanto riguarda il product placement che è del tutto odierno, birra Miller e Mac Donalds. Trattandoli invece come vintage vi sono Volkswagen (un vecchio maggiolino) e il New York Times di cui viene ritrovata una vecchia copia che riporta la notizia della nascita di due figli del papa!
Stefano Barbacini
Trama a cura della redazione di
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