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Cast
- William Hopper
- Alix Talton
Produzione
Distribuzione
The Deadly Mantis (La mantide omicida) (1957)
Regia
Nathan Juran
Trama
Ma anche la Universal insiste sugli insetti giganti e produce La mantide omicida (Deadly Mantis, 1957) diretta da Nathan Juran, regista austriaco naturalizzato statunitense che si è specializzato negli anni in film fantastici e di fantascienza. Qui il regista e lo sceneggiatore ci danno un esempio classico del genere di cui stiamo trattando. Infatti rispettano tutte le regole narrative che ormai si sono cristallizzate. 1. Il fenomeno per cui nasce il mostro (o radiazioni o capovolgimenti atmosferici): in questo caso un’eruzione vulcanica causa vibrazioni e surriscaldamento fino all’estremo nord liberando 2. la creatura gigante che o è stata trasformata oppure è un animale preistorico riportato alla luce (qui siamo nel secondo caso). 3. L’eroe, in questo caso il colonnello Joe Parkman (interpretato da Craig Stevens, attore che in pochissime occasioni è stato protagonista). 4. Lo scienziato, in questo caso il paleontologo Dr. Jackson (William Hopper dalla vaga somiglianza con Richard Gere) incaricato di scoprire quale essere ha causato morti misteriose. 5. La screamgirl e oggetto del desiderio dell’eroe, qui la fotografa Marge, sempre in tailleur, gonna e tacchi alti anche in situazioni estreme, interpretata da Alix Talton, un’ex-miss attiva soprattutto nel ventennio 1940-1960, ebbe anche una parte in L’uomo che sapeva troppo di Hitchcock. 6. La presentazione scientifica. Di solito si usano materiali d’archivio documentaristici, nel nostro caso se ne fa un uso ampio sia per illustrare le difese radar dell’esercito statunitense, sia per spiegare cosa è una mantide religiosa. 7. L’inseguimento dell’essere che nel frattempo da una zona estrema (di solito un deserto o una zona ghiacciata) si porta verso una città importante come New York, in questo film, causando distruzione. 8. L’uccisione con l’eroe che si incarica dell’azione più pericolosa e poi riceve come premio l’amore della ragazza. 9. Il monito ecologico che qui è flebile ma potrebbe essere che il riscaldamento dei ghiacciai potrebbe portare disastri tra cui l’apparizione di esseri o virus, ora inattivi nel ghiaccio. A differenziare questi film l’uno dall’altro restano, la costruzione della creatura che in questo caso è una mantide meccanica in doppia versione “terrestre” e “aerea” a mio parere ben fatta, e le idee del regista. Juran qui decide di dividersi tra la neve e il ghiaccio della prima parte e la nebbia e il fumo del finale che fa sembrare New York la Londra di Sherlock Holmes. Il film non fu ben accolto dalla critica ma neppure dal pubblico. “Film come Deadly Mantis hanno contribuito a far scemare l’interesse per la festa degli insetti gicanti con il suo banale pupazzetto” (John Gentile, cit.). “Monster movie assurdo e mal realizzato” per Halliwell’s Film Guide, “Film stupido con molto materiale d’archivio” Weldon’s Psychotronic Encyclopedia. Sulla Guida di Maltin invece un po’ più di generosità: “N.Y.C. è ancora minacciata, qui da un insetto gigante arrivato al sud dall’Artico dopo un tour de force; l’obbligatoria love story interrompe dei begli effetti speciali”. (voto 5,5)
Trama a cura della redazione di
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